Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diffusione degli ambienti open space, sia nelle nuove abitazioni, compresi gli ambienti soggetti a recente ristrutturazione, sia negli uffici ed attività commerciali.
L’Open Space, come sicuramente saprai, è un unico grande spazio che nella maggior parte dei casi – quando si tratta di una casa privata – accoglie cucina, zona pranzo e soggiorno per favorire facilità di movimento e creare un’atmosfera intima e conviviale.
Si tratta di una soluzione esteticamente accattivante, che però dal punto di vista acustico può essere considerata più caotica.
Come scritto, la scelta dell’open space porta alla nascita di un ambiente unico ma le funzioni che esso assolve sono diverse, e questo può creare una commistione di rumori che rischia di ostacolare lo scopo primo dell’open space, la convivialità appunto.
In un precedente articolo (leggi qui) ho parlato dei pannelli fonoassorbenti ma in questo articolo mi occuperò, nello specifico, del loro utilizzo in spazi come gli open space.
Open Space nei luoghi di lavoro
La scelta di dar vita ad un ambiente open space non riguarda solamente le mura domestiche ma anche i luoghi di lavoro.
La maggior parte dei lavoratori in open space, però, afferma di essere costantemente esposta al rumore e che non sia possibile trovare spazi tranquilli per riunioni o solo per potersi concentrare.
Secondo le ultime statistiche, le condizioni risultano addirittura peggiorate rispetto a 3 anni fa.
Nello specifico
- Solo l’1% degli impiegati totali (il 20% in meno rispetto al 2015) è in grado di lavorare in spazi rumorosi e concentrarsi senza dover pensare di adottare soluzioni alternative;
- La dirigenza, dal canto suo, dichiara che i propri lavoratori possiedono tutti gli strumenti necessari per ridurre rumori e distrazioni, ma solo il 29% dei dipendenti è d’accordo con questa affermazione.
Di conseguenza, i dipendenti, per riuscire a svolgere le proprie mansioni, si allontanano dalle proprie postazioni o si isolano.
Più di tre quarti delle aziende che registrano una crescita del 10% e minor turnover ha dichiarato che la struttura dell’ufficio e la riduzione dei rumori sono caratteristiche fondamentali per l’incremento della produttività aziendale e sono proattive nel voler superare queste complicazioni. Queste aziende sono disposte a dotare i dipendenti di strumenti per ridurre ed eliminare i rumori dell’ambiente di lavoro e il 28% di chi lavora in queste realtà non trova stimolante operare in un contesto rumoroso (contro il 50% dei dipendenti di altre aziende). Si conferma quindi una forte correlazione tra crescita del business e progettazione degli spazi di lavoro.
I consigli di aGaN Design per ottimizzare un ambiente Open Space
La pandemia ed il lockdown hanno inevitabilmente modificato le nostre abitudini e il nostro stile di vita; di come siano cambiati gli spazi in cui viviamo e quelli in cui lavoriamo, ne ho parlato in questo articolo.
Ho pensato, adesso, di suggerire alcuni semplici accorgimenti per far sì che l’open space (a destinazione residenziale o lavorativa) sia non solo un ambiente dal design esclusivo, ma anche uno spazio acusticamente confortevole.
Ecco alcune proposte:
- Rivestire le pareti ed il soffitto. Le pareti, sia di casa che dell’ufficio, sono grandi superfici dure e piatte che amplificano i suoni. Con l’aggiunta di un rivestimento potrai avere il privilegio di ridurre questo effetto. Potresti pensare di rivestirle con un materiale fonoassorbente in tessuto: pannelli che grazie all’imbottitura saranno molto efficaci e potranno anche contribuire a dare alla stanza un quid estetico in più. Oppure, se preferisci, privilegia un rivestimento in legno che ridurrebbe i rumori e certamente renderebbe l’ambiente più caldo ed accogliente. Anche l’ampio soffitto di un Open Space contribuisce al propagarsi dei rumori. Si può operare anche su questa superficie con le stesse opzioni viste per le pareti.
- Coprire le finestre. I suoni tendono a rimbalzare sulle ampie superfici di vetro, come ad esempio le grandi finestre e le porte a vetri. Mettere le tende e coprire le tende contribuirà ad attutire il rumore. Un tessuto trasparente va benissimo, in quanto non blocca del tutto la luce e permette di vedere oltre. Per smorzare i rumori, le tende sono migliori delle veneziane grazie proprio alla quantità di stoffa presente.
- Pavimento morbido. Le superfici dure dei pavimenti, come quelle in piastrelle, non sono l’ideale quando si tratta di contenere il rumore. Il mio consiglio è quello di considerare materiali come il linoleum, pratico e durevole. Potrai scegliere di aggiungere disegni con le sottili sfumature del marmo o l’effetto moderno del cemento, tinte unite, colori pastello da soddisfare i gusti più diversi. Ha proprietà antibatteriche naturali ed è morbido: in cucina, ad esempio, assorbirà i rumori sordi creati cucinando.
- I tappeti. Anche questa è un’ottima soluzione per attutire i rumori. Ad esempio, nella zona living, l’utilizzo di un tappeto si può considerare una soluzione pratica sia per ridurre il rumore del calpestio che per definire l’area con i divani e le poltrone creando un’atmosfera più intima. Più il tappeto è spesso, più sarà elevato il livello d’insonorizzazione.
- Un divisorio. Una soluzione interessante è rappresentata da un divisorio, non è efficace quanto quelle fino ad ora presentate ma può comunque contribuire ad attutire il rumore. Inoltre può essere un elemento di decorazione fissa che lascia passare la luce e non impedisce di vedere ciò che succede dietro.
- Una parete attrezzata. Una parete attrezzata posta a separare le diverse funzioni agisce come filtro acustico ed allo stesso tempo permette una comunicazione continua tra le due aree e crea una cornice per entrambi gli ambienti.
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